Mancano poco più di 24 ore alla scadenza del Bando 2019 e noi continuiamo a farvi conoscere le storie dei nostri ex volontari del Servizio Civile. Oggi vi raccontiamo la storia di Emma, che ha trascorso un anno al servizio del Progetto Rete Donna nella sede Casa di Seconda Accoglienza.
In una breve intervista, abbiamo parlato del perché e di come Emma abbia scelto questo particolare progetto e di quanto la sua scelta abbia influenzato la sua vita futura.
Senza altri giri di parole leggi qui!
Caritas Diocesana Veronese (Caritas DV): Ciao Emma. Raccontaci un po’ di te e della tua vita oggi.
Emma: Ciao, ho 23 anni, adesso sono educatrice in asilo nido e sto finendo la laurea in Scienze dell’educazione.
Caritas DV: Quando hai fatto servizio civile?
Emma: L’ho fatto 2 anni e mezzo fa, 2016-2017.
Caritas DV: Sono già passati due anni! Ti ricordi ancora qualcosa del processo di selezione?
Emma: Allora, mi ricordo che prima di tutto mi hanno invitato in sede Caritas per un colloquio in cui mi hanno dato informazioni generali sul servizio civile, mi hanno descritto le varie sedi e io ho potuto iniziare a prendere appuntamenti per andare a vederle e in alcune ho anche potuto scegliere di fare un tirocinio osservativo.
Caritas DV: Si, ricordo che eri venuta ad informarti che ancora il bando doveva uscire, quindi hai avuto il tempo di conoscere bene le sedi che ti interessavano.
Emma: Esatto. Quindi sono andata un po’ nelle varie sedi e poi quando mi hanno detto che era partito il bando ho portato la domanda cartacea e poi c’è stata la selezione. Mi ricordo che eravamo tutti insieme in gruppo prima, e poi un colloquio individuale con la sede in cui io volevo andare.
Caritas DV: E come mai hai scelto il Servizio Civile proprio in Caritas?
Emma: Perché mi sembrava mi accompagnassero di più rispetto ad altri enti, cioè, in genere il fatto che è molto più semplice il capire, trovare il Bando, trovare le informazioni… Perché in effetti io ho deciso di fare il Servizio Civile un po’ anche perché avevo parlato con una ragazza che l’aveva fatto con voi, questo mi ha indirizzato; un po’ perché era l’unico luogo che proponeva qualcosa nel sociale in modo così diretto.
Caritas DV: E poi invece tu che servizio hai svolto durante il tuo anno di Servizio Civile?
Emma: Ero in Casa di Seconda Accoglienza (anche chiamata Casa Braccia Aperte) – che è una comunità mamma/bambino. Mi occupavo la mattina prevalentemente di segreteria o portineria oppure partecipare a volte alle riunioni delle equipe della casa. Al pomeriggio invece il servizio era più in affiancamento con l’educatrice della casa che lavorava con i bambini.
Caritas DV: E come l’hai scelta la tua sede di servizio? Cioè sapevi già cosa ti interessava?
Emma: Sapevo che volevo fare qualcosa che mi permettesse di stare in mezzo ai bambini, però mi ha aiutato molto il fatto di andare lì concretamente e vederlo. Sì soprattutto forse in quel momento, perché è vero che sono andata più volte eccetera, però quello che mi ha convinto di più forse è l’ambiente che ho trovato, cioè le educatrici, le suore che ho trovato lì – sono legata più a quel tipo di servizio.
Caritas DV: La tua scelta rispetto al progetto ha soddisfatto le tue aspettative iniziali?
Emma: Sì assolutamente, forse anche di più di quello che avevo immaginato. Voglio dire che mi aspettavo di conoscere un mondo nuovo per me, però non di imparare così tante cose nuove. Perché comunque con i bambini avevo già avuto a che fare e mi sono detta che queste mie precedenti esperienze mi avrebbero sicuramente aiutato. Poi però mi sono resa conto che di fatto il target con cui ho fatto servizio è diverso da quello con cui ho avuto a che fare in passato e questo mi ha permesso di ampliare le mie competenze; ho imparato tante cose nuove a livello proprio relazionale, come relazionarsi con altre figure professionali, come le assistenti sociali, la psicologa e così via, capire come vanno certe relazioni, vedere cose che non avevo mai visto prima …
Caritas DV: E dopo aver avuto questa l’esperienza, in cosa ritieni che il Servizio Civile con Caritas sia diverso dalla proposta di servizio civile con altri enti?
Emma: Io penso proprio a livello umano, per come vengono seguiti i volontari. Poi il fatto che Caritas abbia anche dei valori dichiarati ed espliciti – quello mi ha anche spinto a buttarmi in Caritas. Poi un po’ quello che ho detto prima: a livello della facilità di relazione che c’è, che si crea abbastanza subito ecco.
Caritas DV: Tu ricordi quali sono le sfide più grandi che hai dovuto affrontare durante il tuo anno di servizio civile?
Emma: Allora, ce ne sono state tante a cui mi viene da pensare. Ad esempio l’organizzazione mia a livello personale che è cambiata completamente: cioè studiare e gestire il servizio insieme. E’ stato bello però è stato anche una sfida perché ho dovuto ben organizzarmi, e mi son trovata magari ad avere alcune giornate vuote e altre giornate completamente piene dalla mattina alla sera, quindi questo soprattutto. Poi, il fatto di relazionarmi con delle figure a cui non ero abituata: cioè mi vedevo io la ragazzina con figure “professionali”, quindi la sfida era capire qual era il mio ruolo all’interno del servizio e cosa potevo apportare.
Caritas DV: Invece i successi più importanti che ritieni di aver ottenuto durante quest’anno? Successi o, diciamo, le soddisfazioni più grandi che ricordi di aver ottenuto?
Emma: Beh, non pensavo di sentirne così tanto la mancanza quando è finito. Il primo mese un po’ me lo aspettavo. Alla fine dell’anno avevo sicuramente una stanchezza, ma poi adesso che ci ripenso dopo anni, sento che eravamo veramente come una famiglia, non so come dire, …. il legame che si è creato che non pensavo minimamente potesse essere… e anche lo stesso ricordo che hanno loro di me quindi dico sì, allora un po’ di buono ho lasciato insomma!
Caritas DV: Cioè è rimasto un legame… questo per noi è una grande soddisfazione! Ok, senti, e invece adesso ti chiedo proprio un ricordo o magari un fatto o una situazione la più positiva diciamo e la più negativa del tuo anno.
Emma: Aspetta che ci penso un attimo… allora, non è negativo né positivo questo ricordo qua, però è un ricordo molto forte che mi è rimasto: il fatto che una mamma ospite della Casa cercava di capire se la figlia poteva rimanere con lei oppure se gliela avrebbero tolta … eccetera, perché c’erano dei problemi, e quindi questa mamma era in costante tensione e faceva delle sfuriate allucinanti. Una volta lei ha fatto una sfuriata in casa che aveva lanciato qualcosa e la bambina era venuta giù. E niente, le ho detto “dai andiamo giù a giocare” e tutto è cambiato anche se si vedeva che aveva le lacrime agli occhi, aveva quattro anni quindi questa cosa qua me la ricordo molto bene, non so se hai capito cosa intendo…
Caritas DV: Sì sì sì l’episodio, sì.
Emma: Questa cosa mi ha un po’ segnato: sì è negativo come episodio però è stata una cosa anche molto forte – sì sì intensa.
Altri episodi che mi hanno segnato… Ci sono tante cose, per esempio, la festa finale quando mi hanno salutato –sì, la modalità con cui mi sono sentita parte del gruppo, della “famiglia” della Casa e questa modalità con cui anche ci siamo lasciati alla fine del mio anno di servizio.
Caritas DV: E in termini di competenze? quindi che tipo di competenze pensi di aver acquisito durante il tuo servizio?
Emma: Sicuramente competenze comunicative. Intendo essere in grado di capire quando, come intervenire e soprattutto imparare a riconoscere anche il non verbale nella comunicazione che magari è una cosa a cui non pensavo prima; cioè con le persone e con le mamme è fondamentale e anche coi bambini. Poi come competenza mi viene in mente anche il saper tenere sempre presente l’aspetto umano che però non deve prevalere su quello professionale. Quindi cercare di capire cosa sia giusto fare perché spesso hai a che fare con situazioni che ti fanno tenerezza, oppure pena e ti verrebbe da reagire a volte in modo un po’ troppo spontaneo. E invece bisogna capire qual è il bene per quella persona, nel senso che a volte bisogna fare dei passi indietro o dire dei no e non sempre è semplice. Diciamo che il confronto con le figure professionali di riferimento e con l’OLP ti aiuta a capire quale sia la cosa migliore da fare per il bene di questa o quella persona. Cioè fare delle scelte valutate anche con uno sguardo professionale è una cosa da non dare per scontata.
Caritas DV: Ok ok, chiaro… e queste competenze di cui parli ti sono comunque utili adesso nella tua vita presente? personale e professionale?
Emma: Guarda, tantissimo! Per esempio io adesso lavoro in un asilo nido e ci ho lavorato anche prima del servizio civile. E’ vero che dovevo ancora iniziare l’università, però ho visto la differenza: ad esempio ora sono molto più curiosa, mi documento di più, leggo molti più libri, vado a cercare molte più cose e spesso mi faccio molte più domande anche per gli atteggiamenti dell’educatore. All’interno del servizio l’educatore può avere un ruolo molto dinamico, e questo l’ho imparato soprattutto nella mia sede di servizio più che in altri asili nidi, capito cosa intendo?
Caritas DV: Sì sì, sei stata molto chiara! Tu già mi hai detto che studiavi durante il tuo anno di Servizio Civile: a questo proposito puoi dirmi qualcosa rispetto al fatto che hai portato avanti queste due cose in parallelo e come ti sei trovata?
Emma: Sì, ti dico per me è stata dura, però lo rifarei proprio allo stesso modo. Nel senso che è stato super fattibile anche per come sono fatta io, che studiavo anche la sera. Però mi sono detta che anche se faticoso, vale la pena perché in fondo è un anno soltanto. Certo non è che abbia ottenuto i risultati migliori agli esami in quel periodo, però va bene così: almeno sono comunque andata avanti con il mio corso di studi.
Certo rispetto ad altre persone che facevano un servizio con orari più elastici forse per me è stato più impegnativo. Io sul servizio dovevo garantire la mia presenza in certi momenti e non avevo molto margine per fare eventuali recuperi…
Caritas DV: Sì, praticamente contavano sulla tua presenza nel servizio…
Emma: Si esatto, contavano sulla mia presenza, dovevo attenermi in maniera abbastanza rigida al mio piano di impiego. Cioè non è che potevo dire vabbè grazie tante sto a casa tre giorni e poi recupero….
Caritas DV: Si certo, in alcune sedi in effetti la presenza del volontario in Servizio Civile è particolarmente preziosa…. senti ma poi hai inserito la certificazione del Servizio Civile nel tuo CV? E ritieni che questo sia stato utile nella tue successive ricerche di lavoro?
Emma: Sì, sicuramente molto: nell’ultimo colloquio che ho fatto, quello dove poi mi hanno assunta, e anche l’anno scorso, quando seguivo un ragazzino autistico a casa tutti i pomeriggi, hanno voluto approfondire molto la mia esperienza di Servizio Civile. Anche quest’anno, nel corso del colloquio mi hanno proprio chiesto come mai avessi scelto un servizio del genere molto diverso dal lavoro da educatore in asilo nido per il quale mi stavo candidando. Cioè erano tanto curiosi, ecco.
Caritas DV: Immagino, perché un’esperienza del genere da sempre spunto ad un selettore per approfondire la conoscenza del candidato. E invece senti, questo me l’hai già spiegato, però te lo chiedo in modo diretto: pensando alla tua vita in generale, aldilà dell’aspetto puramente professionale, di cui mi hai spiegato già molto bene, qual è l’impatto del Servizio Civile sulla tua vita di oggi, cioè sulla Emma di oggi?
Emma: A me ha aiutato innanzi tutto a decidere di fare una cosa perché la volevo io e a prendermi in mano come persona singola e non fare una cosa solo perché tutti la fanno, perché è la prassi, non so, come l’università oppure andare a lavorare, andare a scuola, capito –sì- mi ha aiutata a fare una scelta mia, ed è un ricordo che ho solo io, magari senza il mio gruppo di amici, cioè… una cosa mia che mi ha reso molto più autonoma. Oggi, quando devo fare una scelta cerco sempre di chiarire a me stessa se è una cosa che voglio io; se è una cosa che mi piace fare, quindi ho imparato a ragionare molto di più su questo aspetto e a non prendere decisioni solo perché è una cosa che fanno tutti, ma a ragionare più con la mia testa.
Caritas DV: Sì sì, cioè intendi dire che ora le scelte che fai sono più consapevoli. E meno basate sulle aspettative degli altri o della società.
Emma: Esatto, faccio molto di più questo pensiero.
Caritas DV: Però bello, questa riflessione è molto stimolante e utile quando si devono fare delle scelte nella vita. Senti, a proposito di scelte, ad un ragazzo o ad una ragazza che dovesse scegliere adesso, cosa diresti per consigliare il Servizio Civile rispetto alla tua esperienza?
Emma: In pratica uno spot pubblicitario per consigliare di fare il Servizio Civile! Sì, direi loro di buttarsi, perché sicuramente sono più le cose guadagnate che quelle perse. Direi loro anche che prima dei 30 anni, in una fase della vita in cui ancora è difficile aver trovato un lavoro fisso, questo tipo di esperienza non è mai tempo perso. Anzi! Secondo me è un grande guadagno, uno sprint in più per il nostro futuro.
Caritas DV: Grande Emma, si percepisce bene il tuo entusiasmo! Senti adesso due domande proprio di quelle semplici semplici…. Ad esempio quali sono le tue speranze e aspirazioni per il futuro a livello personale? Quali sono oggi i tuoi sogni per te, per la tua vita futura e per la vita delle persone a cui tieni insomma?
Emma: Beh, sicuramente una cosa che mi ha spinto a fare il Servizio Civile è il desiderio di riuscire ad aiutare le persone. Spesso si pensa che per aiutare gli altri si debba fare chissà quali azioni straordinarie o si pensa ad aiutare le persone all’altro capo del mondo. Poi facendo la mia esperienza di Servizio Civile mi sono resa conto invece del fatto che basta girare lo sguardo e abbiamo infinite occasioni per poterci rendere utili agli altri e per essere d’aiuto. In famiglia, tra amici e simili… quindi il mio sogno in realtà è appunto di riuscire un giorno a creare una famiglia che abbia uno sguardo sempre rivolto verso l’esterno. Si di immaginare di avere sempre questo sguardo che ho imparato ad avere durante il Servizio Civile quindi.
Caritas DV: Certo, chiarissimo. E invece, sempre pensando al futuro, che mondo vorresti lasciare ai tuoi figli? Questa che ti chiedo è più una speranza per il mondo…
Emma: Oh Signore che domandone! Diciamo che vorrei una comunità dove c’è sempre più apertura verso l’altro, come una Caritas nel mondo. A volte serve che ci sia una comunità forte anche nel mondo in generale.
Caritas DV: Questo mi sembra una bellissima aspirazione Emma! Ecco, abbiamo finito! Allora grazie veramente per il tuo tempo, è stato estremamente bello sentirti e sapere che stai facendo un percorso che ti appartiene. Siamo certi che tutte le tue aspirazioni diventeranno realtà.
Intanto un grosso in bocca al lupo e arrivederci a presto!
Emma: Grazie mille, un saluto a tutti voi!