Servizio Civile Universale Bando 2024

Pubblicato il Bando per la selezione di 62.549  operatori volontari da impiegare in progetti afferenti a programmi di intervento di Servizio civile universale da realizzarsi in Italia e all’estero. Fino alle ore 14.00 del 18 febbraio 2025. è possibile presentare domanda di partecipazione ad uno dei progetti che si realizzeranno tra il 2025 e il 2026 su tutto il territorio nazionale e all’estero.

Anche quest’anno Caritas Verona aderisce al Servizio Civile Universale attraverso il programma CANTIERI CARITAS NORD-EST 2025 e cerca candidati per un totale di 13 posti su 5 progetti.

I progetti Caritas:

  • hanno durata di 12 mesi, con un orario di servizio tra le 20 e le 25 ore settimanali
  • saranno avviati il 28 maggio 2024

Requisiti per accedere al bando

  • Cittadinanza italiana, o di uno degli altri Stati membri dell’Unione Europea, o di un Paese extra Unione Europea purché il candidato sia regolarmente soggiornante in Italia;
  • Aver compiuto i 18 anni di età e non aver superato i 28 anni di età (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione della domanda;
  • Non aver riportato condanne, anche non definitive.

I requisiti di partecipazione devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda e, ad eccezione del limite di età, mantenuti sino al termine del servizio.

Come candidarsi

Gli aspiranti operatori volontari devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone, cliccando qui:

Per saperne di più



    Di pari passo 2025

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    C'è posto per te 2025

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    Obiettivo Mondo 2025

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    Accogliere per ricominciare 2025

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    Futuro Presente 2025

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    Paul Kofler

    Mi chiamo Paul Kofler ho 30 anni, abito in Val Venosta a Silandro, e sono educatore in un centro giovanile. Ho fatto Servizio Civile nel 2008 – 2009.  Il processo di selezione è stato breve perché mi sono iscritto tardi, è stato tutto veloce, con la lingua non capivo niente perché parlavo solo tedesco fino a quando non ho iniziato.  Ho presentato la mia candidatura a Luglio e ho iniziato a Settembre. 

    E’ stata mia mamma a suggerirmi di provare il servizio civile. Dopo la maturità, non avevo voglia di continuare gli studi, quindi ho deciso di scegliere questa esperienza per imparare l’italiano e per provare a vivere in autonomia insieme ad altri giovani in servizio.  

    Nel mio anno di servizio facevo varie attività: al mattino ero in Caritas e mi sono occupato della catalogazione dei libri nella biblioteca, mentre al pomeriggio svolgevo un servizio presso casa di seconda accoglienza “Braccia Aperte”. Io ho accettato quello che mi hanno dato da fare, perché inizialmente non capivo la lingua, mi sono messo a disposizione 

     Anche l’esperienza della vita comunitaria per me è stata molto importante, una bellissima esperienza. Eravamo in tre, io, Michele e Nicola. Con Michele ci vediamo ancora, lui mi ha aiutato a scegliere la mia strada e prendere ficucia in me stesso. 

    Certo, c’erano delle difficoltà, ma nulla di straordinario. Tutto quello che ho vissuto mi è stato molto utile quando poi sono andato a studiare a Vienna. Inoltre, ho capito che mi interessava studiare Servizio Sociale, mi piaceva ed ero anche bravo.  Sono stato ammesso al corso di studi proprio perché hanno visto che avevo svolto servizio civile mentre non avevo avuto un buon risultato al test di ammissione.  

    La sfida più grande è stata svolgere il mio servizio collegandolo all’esperienza di fede e questo mi è pesato. Tuttavia, ho vissuto un momento che mi ha permesso di acquisire fiducia, una volta ho dovuto affrontare un padre che si è avvicinato ad un bambino che stavo seguendo durante il mio servizio e che non poteva essere avvicinato, perché ospite della casa di accoglienza. Il fatto di essere riuscito a gestire bene una situazione molto critica come questa, mi ha fatto sentire soddisfatto di me stesso. 

    Tra le cose che ho imparato nel mio anno di Servizio Civile c’è sicuramente il fatto che nella vita è importante l’empatia; mi sono reso conto che la vita non è bella per tutti, ho imparato l’importanza di aiutare gli altri e che ci sono persone meno fortunate, ma c’è sempre la possibilità di aiutarle. Aggiungendo lo studio a questa esperienza ho avuto ancora più possibilità di riflettere sulle cose che ho vissuto. Ho sviluppato una sensibilità diversa, su tutto, nella vita.   

    In generale, la mia speranza e aspirazione per il futuro è scoprire l’umanità nei lati più oscuri, passare il proprio tempo con gli ultimi, soprattutto quando c’è un momento di festa, quando la gente sola si sente ancora più abbandonata. 

    Oggi direi ad un ragazzo di fare il Servizio Civile perché è una esperienza forte, ti sfida, ti insegna, esci più cosciente di situazioni diverse che possono succedere. Senza sfide grandi non si cresce, ci aiuta a scoppiare la bolla in cui spesso viviamo. 

     

    Paul Kofler – operatore volontario Servizio Civile Universale (anno 2008/2009)


    SPAZI DI RI-MOTIVAZIONE

    AZIONI RIPARATIVA

    Il progetto si propone di offrire agli studenti, con sanzioni disciplinari importanti, l’opportunità di riscoprirsi in un contesto di apprendimento non formale e di mettersi a servizio della comunità scolastica o extra-scolastica. Invitiamo gli istituti interessati a contattarci per scoprire come YOUNGCaritas può contribuire a creare spazi di riscatto per gli studenti sospesi o a rischio di dispersione scolastica.  

    caratteristiche della proposta: progetti individuali da definire in base agli obiettivi. 

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      NUOVE LENTI PER VEDERE UNA NUOVA GIUSTIZIA

      PERCORSO BREVE  

      Quando una persona compie azioni che vanno contro la legge, lo Stato applica una sanzione o una pena con l’intento di riequilibrare il torto commesso e far comprendere lo sbaglio in modo che non si ripeta. In sostanza, cerca di far “giustizia”.  

      Ma davvero in questo modo, le persone coinvolte dal fatto, sentono di aver avuto giustizia? Chi ha subito il torto, quale beneficio può avere dalla sofferenza che prova chi viene punito? Chi viene punito, davvero impara qualcosa dalla punizione? A partire da queste domande, si può iniziare a comprendere i limiti di un sistema di giustizia basato sulla punizione del colpevole al fine di chiedersi in quale altro modo possiamo intendere la giustizia. La giustizia riparativa è un nuovo modo di intendere la giustizia partendo dall’impatto che l’azione illecita ha avuto sulle persone coinvolte dai fatti, dando a loro il potere, attraverso il dialogo, di decidere cosa deve essere fatto per avere giustizia. 

      Caratteristiche della proposta: percorso breve di sensibilizzazione si può articolare in 1 o 2 incontri per un monte ore minimo di 2 e massimo di 4 

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        COLTIVARE DIALOGHI RIPARATIVI A SCUOLA

        PER I DOCENTI

        Gli Elementi centrali della giustizia riparativa sono il dialogo e l’incontro tra le parti coinvolte per dare nuovo significato a quanto vissuto e riparare il danno causato. per questo Formare gli insegnanti al paradigma della giustizia riparativa significa diffondere un metodo che permetta di accogliere e accompagnare coloro che si sentono coinvolti da ingiustizie o conflitti, coinvolgendoli nella scelta di cosa deve essere fatto per rimettere le cose a posto. 

        finalita’ del percorso  

        Durante la formazione, i docenti entreranno in contatto con alcuni semplici strumenti di giustizia riparativa che potranno apprendere ed utilizzare con i loro studenti nel contesto della classe. percorso orientato a sviluppare uno sguardo riparativo sulle relazioni. si pongono le basi per avviare dialoghi di gruppo basati sui valori e principi della giustizia riparativa. 

        Caratteristiche della proposta: percorso di 12h articolato in 4 incontri da 3h 

         

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